Mauro e Franca Bernasconi

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Laghetti montani

Laghetti montani


Barone

Lago Barone – 2391 m. di altitudine
Immobile, il lago Barone sembra prigioniero di un incantesimo.
Immergersi nella luce azzurrina e diffusa dell’acqua gelida è come affacciarsi ad una immensa finestra: la corona di picchi che racchiude il lago si staglia, nitida, oltre la superficie gelata. Blocchi di ghiaccio ricoprono ancora parte del lago, creando volte luminose e opalescenti, dove fasci di luce si insinuano con forza.
Sulle cime gruppi di stambecchi.
Le marmotte lanciano fischi acuti.

Naret

Lago Sassolo del Naret – 2074 m. di altitudine
È un laghetto timido e un pochino scontroso, dalle acque spesso lattiginose mescolate alla neve in lento discioglimento. Nei suoi fondali, dall’aspetto severo, enormi macigni scuri giacciono l’uno sull’altro come immobilizzati dall’acqua gelida. La piccola baia, che sta sul lato opposto, nasconde però il suo tesoro: superbi massi di quarzo bianchissimi e luminescenti. Lontano
guizza rapida una trota.

Cadagno

Lago di Cadagno – 1923 m. di altitudine
Verde e rosa sono i colori di questo lago particolarissimo. Le sue acque profonde sono infatti caratterizzate dalla presenza di sorgenti ricche di zolfo, sono prive di ossigeno e immerse nel buio. Le acque in superficie sono invece ossigenate, povere di sali minerali, ricche di vegetazione e molto pescose.
Questo è reso possibile dalla fascia d’acqua, di circa due metri di spessore, che divide i due strati: qui si sono determinate le condizioni ideali per lo sviluppo di batteri della specie Chromatium Okenii, dalla stupefacente colorazione rosa.
Essi impediscono la diffusione, nello strato superiore, delle sostanze velenose presenti in quello inferiore, trasformandole anzi e privandole delle proprietà tossiche. Sorprendente e affascinante!

Tomeo

Lago Tomeo – 1692 m. di altitudine
Dall’alto, il minuscolo lago adagiato tra le ripide pareti delle montagne, luccica come una goccia di rugiada. Nell’acqua limpidissima seguiamo una via di ciottoli che scivola verso il fondo.
Qui, massi di gneis scuro percorsi da bianche venature giacciono, come dimenticati, in una vasta cava oramai abbandonata, dove regna profondo il silenzio.
Verso la superficie il sole fende l’acqua ed è tutto un gioco di raggi e di rilfessi, mentre le rocce dei monti si specchiano nella superficie liscia e cristallina, dove guizzano le trote a caccia di moscerini.